venerdì 27 luglio 2007
domenica 22 luglio 2007
The Merchant of Venice: Orson VS Al
Il monologo di Shylock interpretato da Orson Welles:
E da Al Pacino (versione italiana, per fortuna a doppiare Pacino è Giancarlo Giannini):
E da Al Pacino (versione italiana, per fortuna a doppiare Pacino è Giancarlo Giannini):
Marilyn's poems

DUE POESIE SCRITTE DA MARILYN MONROE.
Quadro di Monica Casali (www.monicasali.it)
From time to time
I make it rhyme
but don't hold that kind
of thing against me-
Oh well what the hell
so it won't sell
what I want to tell-
is what's on my mind
taint Dishes
taint Wishes
it's thoughts
flinging by
before I die
and to think
in ink
**************************
Life -
I am of both your directions
Existing more with the cold frost
Strong as a cobweb in the wind
Hanging downward the most
Somehow remaining
Those beaded rays have the colors
I've seen in paintings - ah life
they have cheated you...
thinner than a cobweb's thread
sheerer than any-
but it did attach itself
and held fast in strong winds
and sindged by leaping hot fires
life - of which at singular times
I am of both your directions -
somehow I remain hanging downward the most
as both of your directions pull me.
Prove aperte per la Didone di Randazzo
Ostinati Officina Teatro in collaborazione con International Acting Society
presenta
24 - 25 - 26 - 27 luglio ore 20, 30
Sala dell' International Acting School, via Portuense 102, tel. 06 5880406
PROVE GENERALI APERTE: ingresso libero su prenotazione telefonica
DIDONE ERRANTE, un monologo di Francesco Randazzo
liberamente tratto dal libro IV dell’Eneide di Virgilio e da Heroides di Ovidio
interpretato da Giorgina Cantalini
musiche a cura e di Calogero Giallanza
movimenti coreografici Giovanna Summo
costume Dora Argento
direttore di scena Monica Mariotti
ideazione scenica e regia Francesco Randazzo
Didone riaffiora e ripercorre la sua tragedia come in una reviviscenza che attraversa i detriti della storia per giungere fino a noi con la forza dell’ineluttabilità e la potenza “barbara” del personaggio, fino alla sua totale annichilazione nell’amore.
Didone ritorna fra noi. La sua voce e la sua presenza ci rendono l’ accadere infinito di questa donna, in fuga da millenni, la sua lotta contro il destino, l’ appassionante catarsi della sua scelta finale, estremo atto di liberazione.
presenta
24 - 25 - 26 - 27 luglio ore 20, 30
Sala dell' International Acting School, via Portuense 102, tel. 06 5880406
PROVE GENERALI APERTE: ingresso libero su prenotazione telefonica
DIDONE ERRANTE, un monologo di Francesco Randazzo
liberamente tratto dal libro IV dell’Eneide di Virgilio e da Heroides di Ovidio
interpretato da Giorgina Cantalini
musiche a cura e di Calogero Giallanza
movimenti coreografici Giovanna Summo
costume Dora Argento
direttore di scena Monica Mariotti
ideazione scenica e regia Francesco Randazzo
Didone riaffiora e ripercorre la sua tragedia come in una reviviscenza che attraversa i detriti della storia per giungere fino a noi con la forza dell’ineluttabilità e la potenza “barbara” del personaggio, fino alla sua totale annichilazione nell’amore.
Didone ritorna fra noi. La sua voce e la sua presenza ci rendono l’ accadere infinito di questa donna, in fuga da millenni, la sua lotta contro il destino, l’ appassionante catarsi della sua scelta finale, estremo atto di liberazione.
Wild Horses (cover)
Questa è per linuzzo. (sì, sì, lo so, Alicia Keys e Adam Levine non sono certo i Rolling Stones, però la cover non è male, e poi mi ha fatto pensare a te)
Mercan Dede in concert a Roma lunedi 23 luglio
DEVO segnalare (thanx matty for reminding me):
Merçan Dede in concert
domani, lunedì 23 luglio 2007, insieme a Ludovico Einaudi.
Villa Ada, RM, h 22:00
Ho 'scoperto' Merçan nella mia seconda sortita in Turchia, assillando (come faccio spesso) il commesso del negozio di dischi: "che musica ti piace? mi consigli qualche artista del tuo paese?". Ed è valsa davvero la pena di fare le mie domande da straniera ignorante. Da allora non mi perdo un album.
Per saperne di più:
http://www.myspace.com/mercandede
http://www.mercandede.com/md/EN/index.html
e date un'occhiata su You Tube
Merçan Dede in concert
domani, lunedì 23 luglio 2007, insieme a Ludovico Einaudi.
Villa Ada, RM, h 22:00
Ho 'scoperto' Merçan nella mia seconda sortita in Turchia, assillando (come faccio spesso) il commesso del negozio di dischi: "che musica ti piace? mi consigli qualche artista del tuo paese?". Ed è valsa davvero la pena di fare le mie domande da straniera ignorante. Da allora non mi perdo un album.
Per saperne di più:
http://www.myspace.com/mercandede
http://www.mercandede.com/md/EN/index.html
e date un'occhiata su You Tube
Damien Rice - Delicate
il concerto dell'altra sera è stato così bello che ho già nostalgia. e bravo damiano riso!
PS per una vera chicca da You Tube - tutto 9 dal vivo su KCRW Radio (40mins) - andate su:
http://www.youtube.com/watch?v=Pc5aRx-a8qQ
PS per una vera chicca da You Tube - tutto 9 dal vivo su KCRW Radio (40mins) - andate su:
http://www.youtube.com/watch?v=Pc5aRx-a8qQ
Doppia Donna
I. 'Cover'
Jennifer dai jeans a vita bassa
cammina con andatura latina:
ogni vetrina che passa sorride
a se stessa, alba chiara riflessa.
Fra le pieghe della stoffa
brilla polvere di stella,
e dagli orli sfilacciati
soffia fresca l’avventura.
Oh, essere Jennifer! Poter infilare
dentro ai suoi jeans le forme del dolore!
Vestirsi di stelle cadute e aria d’avventure,
per respirare piano, per non fare rumore.
II. 'Falpalà, la zingara'
"Falpalà, Falpalà, Falpalà..."
Soffia nel vento, lontano:
eco di un canto gitano,
miraggio liquido nel sole
di gonne cerchi di colore.
"Falpalà, Falpalà, Falpalà…"
Bracciali argento, anelli, pietre dure,
piedi scalzi nati per viaggiare
danzando,
sollevando polvere di stella
dalla terra secca della sierra.
Falpalà: mia fantasia latina
senza una storia, un corpo, un luogo;
zingara d’ombra e specchi,
più vera, meno menzognera.
EM
Jennifer dai jeans a vita bassa
cammina con andatura latina:
ogni vetrina che passa sorride
a se stessa, alba chiara riflessa.
Fra le pieghe della stoffa
brilla polvere di stella,
e dagli orli sfilacciati
soffia fresca l’avventura.
Oh, essere Jennifer! Poter infilare
dentro ai suoi jeans le forme del dolore!
Vestirsi di stelle cadute e aria d’avventure,
per respirare piano, per non fare rumore.
II. 'Falpalà, la zingara'
"Falpalà, Falpalà, Falpalà..."
Soffia nel vento, lontano:
eco di un canto gitano,
miraggio liquido nel sole
di gonne cerchi di colore.
"Falpalà, Falpalà, Falpalà…"
Bracciali argento, anelli, pietre dure,
piedi scalzi nati per viaggiare
danzando,
sollevando polvere di stella
dalla terra secca della sierra.
Falpalà: mia fantasia latina
senza una storia, un corpo, un luogo;
zingara d’ombra e specchi,
più vera, meno menzognera.
EM
mercoledì 11 luglio 2007
Un tempo i mascalzoni erano onesti, forse...
Da LA STAMPA di oggi, riporto un articolo che da voce in modo equilibrato a paragoni che spessissimo, mio malgrado, anch'io mi ritrovo a fare. (E mi sa che non sono la sola.)
*** *** ***
QUANDO I MASCALZONI ERANO ONESTI
Dal finto colonnello Titta al generale De Lorenzo i documenti dimostrano che pure da tessitori di trame possono tenersi comportamenti coerenti e seri. E oggi?
ALFIO CARUSO
Il generale De Lorenzo giocò pesante nell'Italia dalla democrazia monca, asfissiata da odi e compromessi. Prima da responsabile del Sifar, poi da comandante dei carabinieri, De Lorenzo fu detentore di un potere nel quale lecito e illecito facilmente si mescolavano e s'ingarbugliavano. Lui e molti altri militari dell'epoca facevano coincidere il dovere con la difesa della Patria dalle mire dell'Unione Sovietica. Che questo poi si traducesse in uno spregiudicato superamento di codici e di regole veniva ritenuto un male necessario. Ma a modo loro il senso dello Stato lo possedevano e lo rispettavano. Mai il generale minacciò di svelare segreti e presunti altarini.
De Lorenzo fu il primo destinatario di una legge ad personam per consentirgli di mantenere la guida del Sifar pur essendo stato promosso; proseguì l'usanza sviluppata dall'Ovra di accumulare dossier (Andreotti osservò che d'ignoto in Italia era rimasto soltanto il Milite); sovrintese al piano Solo: secondo i nemici il canovaccio di un golpe, secondo gli estimatori una normale misura preventiva per l'ordine pubblico; fu iscritto a un'importante loggia massonica riservata, la Giustizia e Libertà dipendente dalla Gran Loggia di piazza del Gesù, e gli facevano compagnia diversi colleghi, i cui nomi saranno poi ritrovati nella P2 gelliana. Insomma a rileggere quei funambolismi e quei sotterfugi ci si accorge che purtroppo niente è cambiato, che forse aveva ragione Montanelli allorché asseriva che in Italia i servizi o sono deviati o non sono. Tuttavia i documenti ci raccontano che pure da tessitori di trame possono tenersi comportamenti coerenti e seri. Ci si può battere in modo onesto per una causa sbagliata. È possibile affermarlo pure per gli attuali protagonisti della vicenda Sismi?
Il finto colonnello Adalberto Titta guidò dal '48 una struttura particolare, quasi clandestina. La chiamavano Anello, doveva servire per le operazioni dove esiste la licenza di uccidere cara a James Bond. Ma Titta non era stato raccomandato dal don Verzè dell'epoca, nel bene e nel male aveva contato il suo passato di maggiore pilota nella regia Aeronautica e nella Repubblica di Salò. E quando venne fuori che Anello aveva contribuito alla fuga di Kappler, che Titta aveva condotto le trattative con Cutolo per la liberazione di Cirillo, i suoi capi ebbero il buon gusto di abbozzare. Il generale Pollari, invece, afferma che niente sapeva dei dossier su magistrati, politici, giornalisti stilati dal dottor Pompa. Fosse anche vero, qual è l'affidabilità di un servizio segreto il cui capo non s'accorge che il principale collaboratore gioca una partita del tutto personale?
La Cia brutta, sporca e cattiva di Angleton, di Offie, di Allen poteva impiegare un graduato dei Carabinieri, ma non spingerlo fino a diventare il numero 2 dell'apparato, com'è accaduto con Mancini. Allora non bastava essere cagnolini fedeli, occorreva sbrigarsela bene con il mestiere. A Mancini viene attribuito il merito di aver indicato, attraverso una propria fonte, un importante arsenale di Saddam nella prima guerra del Golfo. La leggenda, però, racconta che nel '56 gli agenti del Sifar, dopo aver annunciato agli statunitensi l'esistenza del memoriale Krusciov sugli orrori dello stalinismo, strapparono a malapena una gratifica. All'ombra della Guerra fredda e delle ideologie poteva anche capitare. Ma oggi all'ombra dei soldi?
(La Stampa, 11/7/2007)
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QUANDO I MASCALZONI ERANO ONESTI
Dal finto colonnello Titta al generale De Lorenzo i documenti dimostrano che pure da tessitori di trame possono tenersi comportamenti coerenti e seri. E oggi?
ALFIO CARUSO
Il generale De Lorenzo giocò pesante nell'Italia dalla democrazia monca, asfissiata da odi e compromessi. Prima da responsabile del Sifar, poi da comandante dei carabinieri, De Lorenzo fu detentore di un potere nel quale lecito e illecito facilmente si mescolavano e s'ingarbugliavano. Lui e molti altri militari dell'epoca facevano coincidere il dovere con la difesa della Patria dalle mire dell'Unione Sovietica. Che questo poi si traducesse in uno spregiudicato superamento di codici e di regole veniva ritenuto un male necessario. Ma a modo loro il senso dello Stato lo possedevano e lo rispettavano. Mai il generale minacciò di svelare segreti e presunti altarini.
De Lorenzo fu il primo destinatario di una legge ad personam per consentirgli di mantenere la guida del Sifar pur essendo stato promosso; proseguì l'usanza sviluppata dall'Ovra di accumulare dossier (Andreotti osservò che d'ignoto in Italia era rimasto soltanto il Milite); sovrintese al piano Solo: secondo i nemici il canovaccio di un golpe, secondo gli estimatori una normale misura preventiva per l'ordine pubblico; fu iscritto a un'importante loggia massonica riservata, la Giustizia e Libertà dipendente dalla Gran Loggia di piazza del Gesù, e gli facevano compagnia diversi colleghi, i cui nomi saranno poi ritrovati nella P2 gelliana. Insomma a rileggere quei funambolismi e quei sotterfugi ci si accorge che purtroppo niente è cambiato, che forse aveva ragione Montanelli allorché asseriva che in Italia i servizi o sono deviati o non sono. Tuttavia i documenti ci raccontano che pure da tessitori di trame possono tenersi comportamenti coerenti e seri. Ci si può battere in modo onesto per una causa sbagliata. È possibile affermarlo pure per gli attuali protagonisti della vicenda Sismi?
Il finto colonnello Adalberto Titta guidò dal '48 una struttura particolare, quasi clandestina. La chiamavano Anello, doveva servire per le operazioni dove esiste la licenza di uccidere cara a James Bond. Ma Titta non era stato raccomandato dal don Verzè dell'epoca, nel bene e nel male aveva contato il suo passato di maggiore pilota nella regia Aeronautica e nella Repubblica di Salò. E quando venne fuori che Anello aveva contribuito alla fuga di Kappler, che Titta aveva condotto le trattative con Cutolo per la liberazione di Cirillo, i suoi capi ebbero il buon gusto di abbozzare. Il generale Pollari, invece, afferma che niente sapeva dei dossier su magistrati, politici, giornalisti stilati dal dottor Pompa. Fosse anche vero, qual è l'affidabilità di un servizio segreto il cui capo non s'accorge che il principale collaboratore gioca una partita del tutto personale?
La Cia brutta, sporca e cattiva di Angleton, di Offie, di Allen poteva impiegare un graduato dei Carabinieri, ma non spingerlo fino a diventare il numero 2 dell'apparato, com'è accaduto con Mancini. Allora non bastava essere cagnolini fedeli, occorreva sbrigarsela bene con il mestiere. A Mancini viene attribuito il merito di aver indicato, attraverso una propria fonte, un importante arsenale di Saddam nella prima guerra del Golfo. La leggenda, però, racconta che nel '56 gli agenti del Sifar, dopo aver annunciato agli statunitensi l'esistenza del memoriale Krusciov sugli orrori dello stalinismo, strapparono a malapena una gratifica. All'ombra della Guerra fredda e delle ideologie poteva anche capitare. Ma oggi all'ombra dei soldi?
(La Stampa, 11/7/2007)
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